RIvelazione by Peter Moore Smith

RIvelazione by Peter Moore Smith

autore:Peter Moore Smith [Smith, Peter Moore]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini&Castoldi
pubblicato: 2014-06-08T22:00:00+00:00


Katherine indossava una gonna nera, una giacca nera. Portava al collo la catena d’argento con il simbolo celtico. Aveva un’espressione preoccupata. «La settimana scorsa, Pilot,» disse, «le avevo chiesto se poteva dirmi che cosa la fa sentire, che cosa la rende così sicuro che Eric sia responsabile della fine, della sparizione di Fiona. Ricorda?»

Mi sfregai gli occhi. Ero di nuovo seduto sul divano blu, e nel soggiorno sembrava si fossero ammassate ancora più riviste, cianfrusaglie e polvere di una settimana prima. «La scarpa», dissi. «La scarpa rossa. Era in camera sua.» Sorseggiai il tè. Hannah, quasi completamente cieca, aveva messo sul tavolino una teiera e due finissime tazze. Katherine e io avevamo cominciato la seduta col versarci del tè al gelsomino.

«Ma la scarpa lei la trovò nei boschi.» Katherine era certa di avermi colto in fallo. «Pensavo l’avesse trovata...»

«Era in camera di Eric.» Scossi la testa. «Dissi d’averla trovata nei boschi, tutto qui. Mentivo.»

«Pilot», cominciò Katherine, «lei...»

«Mentivo, sì. Per tutto il tempo. Per anni. Continuamente. Su tutto.»

«Perché mentiva, per proteggere Eric?»

Assentii. «Qualcosa del genere.»

Katherine tracciò un segno sul suo blocco. La sua penna argentata faceva un lievissimo fruscio, quando lei scriveva. Poi, rialzando lo sguardo, domandò: «La trovò in camera sua, dove?» Il suo volto mostrava una lievissima sofferenza, qualcosa intorno agli occhi, mi sembrò. Qualcosa come incredulità.

«Sotto la scrivania», dissi, «nella stanza incredibilmente ordinata, perfettamente funzionale, con ogni cosa al suo posto, era sotto la scrivania, dove non poteva averla messa che lui.»

Katherine sospirò. Si toccò i capelli. Erano folli quel giorno, più pazzi di me. «D’accordo», disse, «così la scarpa era nella stanza di Eric, è questo che lei ricorda. Significa che era lui il responsabile? Significa per forza di cose che l’aveva uccisa lui?»

Guardai il soffitto. Sapevo che le nostre voci, attraverso il sistema di ventilazione, arrivavano nella camera di mia madre. Sapevo che lei stava ascoltando, rivolta verso la finestra, con gli occhi chiusi. Anch’io lo facevo, mi sedevo vicino a quella grata e ascoltavo le conversazioni degli adulti arrivare dal piano di sotto, le discussioni sul denaro, sul prossimo volo di nostro padre, sul fatto che lui non c’era mai, e in seguito su chi avrebbe dovuto sorvegliarla, sorvegliare Fiona quella sera, e perché diavolo doveva accadere proprio a loro. Così ora bisbigliai: «Trovai qualcos’altro. Trovai qualcosa di cui non ho mai detto niente a nessuno».

Katherine si protese in avanti, bisbigliando a sua volta. «Che cos’era?»

«Trovai un coltello.»

Si abbandonò all’indietro, parlando a voce alta. «Trovò un coltello.»

«Dentro una delle scarpe.»

Delicatamente, Katherine si schiarì la voce. «Ce l’ha... ce l’ha ancora?»

Sorrisi. Attorcigliai la stringa attorno al mio dito, avvolgendola continuamente.

Katherine mi fissava con aria interrogativa, corrugando la fronte. «Pilot, se davvero lei è in possesso di una prova, una ventennale, schiacciante prova relativa alla sparizione di sua sorella...»

«Che faccio, dico a mia madre che il suo ragazzo, il suo figliolo prediletto, quello di successo, quello bravo, le ha ucciso la sua unica figlia quand’era ancora un adolescente?»

«Pilot.»

Sorrisi. «A ogni modo, non cadono prima o poi in



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